Una vicenda che ha bruciato risparmi, che sta mettendo a rischio centinaia di famiglie e di imprese continuando a creare una crescente preoccupazione in tutto il nostro territorio essendo considerato un vero e proprio massacro economico/finanziario senza eguali dal dopoguerra ad oggi. In seguito ad alcune spiacevoli comunicazioni arrivate da alcuni clienti Vi segnaliamo il libro, pubblicato solo pochi giorni fa, scritto da Gian Paolo Pinton: “Il massacro delle popolari venete”.

“Ho fatto ricerca per circa un anno, – racconta Gian Paolo Pinton – partecipando alle varie assemblee, facendo interviste, incontrando scrittori che hanno pubblicato sul tema e moderando una decina di incontri, con specialisti legali ed esperti economici, per ascoltare le loro opinioni e  cercare di costruire assieme una strategia comune. E’ passata l’idea – continua l’autore – di unirsi in gruppi di risparmiatori feriti (parola che ho inventato  per non dire fregati). Ci sono vari legali in pista, che rappresentano centinaia di risparmiatori depredati”.  I tempi della giustizia sono molto lunghi e i responsabili di questo fenomeno di occultamento di informazioni ed allo stesso tempo di operazioni incomprensibili per la maggioranza delle persone sono tranquillamente a piede libero salvo piccole eccezioni e qualche multa di piccolo taglio.  “Con la loro mala gestio – sottolinea Pinton – credo abbiano causato una perdita complessiva corrispondente a più di 19 miliardi di euro; un importo mostruoso, che raggruppa aumenti di capitale bruciati, perdite di bilancio e mancati rientri di fidi concessi senza coperture adeguate e affidabili, oltre ad operazioni poco chiare, la cui natura è al vaglio della magistratura”. “Non ho potuto avere  accesso a documenti che dimostrassero operazioni di favore concesse ai principali imputati, anche se c’è una notizia nota a molti che riporta un dato: cinquanta milioni di disponibilità liquida, fornita alla Famiglia Zonin, negli ultimi tre anni di gestione del ras di Gambellara, per un totale di 150 milioni”.

Per contro sono oltre 200.000 famiglie sul lastrico (calcolando i risparmiatori feriti di entrambe le Popolari), con morti sulla coscienza e il rischio di 3/4000 licenziamenti in arrivo. Un territorio di sana economia, diventando l’epicentro tossico, come dice Federico Rampini, della finanza deviata che ha trovato libertà di fare “prova di truffa” senza rischiare la galera vera (almeno finora). “Non sono considerati “galera” – continua l’autore – gli arresti domiciliari passati in ville palladiane, come ha fatto il signor Consoli, della Veneto Banca (ora già liberato)”.

Il Nordest alla canna del gas, una pagina di storia veneta costruita sull’ingiustizia sociale, con l’inspiegabile assenza di controlli da parte degli organi di legge che avrebbero dovuto garantire i poveri risparmiatori vittime di un vero e proprio “massacro”. Sembra impossibile, ma questa carneficina non ha provocato alcuna reazione da parte dei politici, i quali hanno pronunciato solo parole di circostanza, contornate da indifferenza formale. Promesse di commissioni parlamentari, che poi non hanno mai preso avvio. La situazione, alla data di oggi, è pronta per provocare un default incontrollabile, se non interviene la classe dirigente politica.

Il libro racconta uno spazio temporale di tempo di questa storia drammatica che ha segnato e segnerà, in maniera indelebile, il laborioso Nordest.